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Corriere della Sera - 1 aprile 2016

Dalla cima della Alpi al “tacco dello Stivale”. I cammini italiani si allungano per oltre 1600 chilometri. E percorrono a piedi, in bici e qualche volta a cavallo. L’importante è compiere il primo passo, dare la prima pedalata. Non necessariamente bisogna essere pellegrini. Per i viandanti 2.0 del XXI secolo i cammini sono anche laici. Abbandonate mappe e cartine, oggi la guida interattiva è un’app caricata su smartphone. Informazioni dettagliate arrivano anche dai gruppi Facebook, con tappe, monumenti da visitare, luoghi di sosta e riposo. Non è che un cammino vada percorso tutto d’un fiato. Ci mancherebbe. Si gusta anche a tratti e per pochi giorni. Da soli e in gruppo. L’obiettivo primario è quello di disintossicarci dalla vita quotidiana. Funziona da antistress e come pausa di riflessione. «Lo straordinario risiede nel cammino delle persone comuni». Lo dice Paolo Cohenio nel suo Cammino di Santiago. Diventata guida cult e capostipite di tutti i percorsi. Al celebre cammino spagnolo, che dai confini francesi tocca Compostela sulle rive dell’oceano Atlantico, il Belpaese risponde con la non meno blasonata Via Francigena.

Sono 1000 chilometri, dal passo del Gran San Bernardo a quota 2500 metri, fino a Roma. Per farlo a piedi occorrono almeno 44 giorni. Da quest’anno è completato il percorso in bike della Ciclovia, tracciato da SloWays. Per arrivare all’Urbe pedalando, sono previste 23 tappe. «Lo scorso anno oltre 40 mila persone hanno percorso la via Francigena – dice Massimo Tedeschi, presidente dell’associazione europea vie francigene – con una permanenza media di cinque notti. E Solo uno su dieci dichiara di compiere il cammino per motivi religiosi». Invece il 20% lo percorre in bicicletta. Per i pernottamenti oltre ai tradizionali ostelli, i pellegrini-viaggiatori prediligono B&b e agriturismo. Con un prezzo medio per dormire di 20-25 euro. Molte, ma non tutte le tappe, sono accessibili a chi ha disabilità motorie. I tratti più gettonati sono quelli della Regione Toscana, in tutto 380 chilometri di percorso ben attrezzato per soste e servizi (www.viefrancigene.org).

La Via Appia è il naturale prolungamento verso Sud della Francigena. Sono circa 600 chilometri di cammino, portano da Roma a Brindisi in 29 fermate. E’ la “diagonale d’oriente” che taglia in due l’Italia meridionale. La costruzione iniziò per opera dei romani nel 300 aC. La pavimentazione di grandi pietre levigate consentiva la circolazione di uomini, animali e carri in qualunque condizione meteo. E’ il cammino di Paolo, l’apostolo giunto a Roma dalla Palestina. Ma prima venne percorsa dagli schiavi ribelli di Spartaco. Catturati e crocifissi lungo la strada, fino a Pompei. La restaurarono e ingrandirono illustri imperatori come Augusto, Vespasiano e Adriano.

Il Cammino Francescano della Marca ripercorre invece la via che San Francesco attraversò durante le sue predicazioni verso le Marche meridionali. Congiunge Assisi alla città di Ascoli Piceno e fino al bivio di Montalto si unisce alla Via Laurentana. In tutto circa 150 chilometri da percorrere in 7 tappe. Luoghi selvaggi del centro Italia, tra boschi e colline sempre verdi. Un salto nella storia, dalle culture preromaniche picene e umbre, alle vestigia romane di Assisi, Spello, Foligno. Ma lungo la strada si incontrano meraviglie carolinge e gli intatti borghi medievali. Il percorso sale verso il passo di Colfiorito, poi si attraversa la Val di Chienti nel maceratese.

Quindi il cammino vira a sud lambendo il Parco Nazionale dei Sibillini. Passando per Sarnano, dove vennero scritti i famosi Fioretti, si scende infine ad Ascoli. Diversi punti di ristoro, agriturismo e B&b. Per chi volesse provare il piacere dell’esperienza di gruppo, l’associazione culturale VianDante organizza un’uscita dal 23 al 30 aprile (prezzo 415 euro). «Lo scorso anno eravamo una sessantina di viaggiatori – spiega Maurizio Serafini – abbiamo avuto la possibilità di alloggiare in conventi e monasteri, di solito chiusi ai singoli». Nel caso è possibile percorrere solo alcune delle tappe (www.viandante.eu).

La Via degli Dei parte dai portici di piazza Maggiore a Bologna per arrivare in piazza della Signoria a Firenze. Sono circa 120 chilometri da fare in 8 comode tappe. Si ripercorre l’antica strada militare sugli Appennini costruita dai romani, prima una via degli Etruschi. Non per nulla il nome deriva dai monti incontrati lungo la strada: «Adone, Giove, Venere, Lunario». E’ ancora caratterizzata dai grandi selciati in pietra su cui si cammina in molti tratti del percorso. Le soste si snodano tra la natura di boschi appenninici e le radure e prati di bassa quota. Immersi nella cultura degli antichi borghi tosco emiliani, in parte incontaminati perché fuori dalle grandi strade commerciali. La sera si dorme in agriturismo e B&b col piacere di assaggiare specialità locali di qualche presidio Slow Food. Capita così di provare i tortellini alla bolognese in brodo e quelli di patate del Mugello, accompagnati dalle “crescentine”. Le piccole forme di pane da mangiare fritte accompagnate da salumi. Da sempre delizia domenicale delle tavole contadine. Anche questo fa parte dei cammini del Belpaese (www.viadeglidei.it).

IN CAMMINO CON L’APP
Per trovare la strada giusta, pellegrini e viandanti 2.0, adesso ricorrono a smartphone e app. Come quella della Via Francigena, sviluppata da SloWays in collaborazione con l’Associazione europea vie francigene. Consente di orientarsi con facilità a piedi e in bicicletta, lungo i 1000 chilometri dell'itinerario italiano, dal Colle del Gran San Bernardo a Roma. Il vantaggio? La mappa interattiva visualizza la posizione, anche senza collegamento Internet, evitando i costi di roaming. Naturalmente sono dettagliati i posti dove dormire e mangiare. Con tanto di elenchi delle strutture di accoglienza, prestazioni e prezzi. Non solo. Dall'app è possibile acquistare servizi come il trasporto dei bagagli da una tappa all'altra, il noleggio biciclette e pacchetti di tour organizzati. Si scarica gratis da Apple e Google store.

twitter @utorelli







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